4 Motivi per Abbandonare lo Zoom e Migliorare la Tua Fotografia
- Giorgio Cosulich
- 8 giu
- Tempo di lettura: 5 min
Navigando nel mondo della fotografia, soprattutto online, ci si imbatte spesso in consigli che suggeriscono l'uso dello zoom per rimanere lontani dai soggetti, catturando immagini senza farsi notare.
Tuttavia, per chi è all'inizio del proprio percorso fotografico, questo tipo di approccio può essere profondamente controproducente e, a mio avviso, nasce dalla paura, dall’insicurezza e dall’incapacità di immergersi nella scena.
Lo zoom viene spesso percepito come uno strumento di protezione, una barriera che ci consente di scattare senza essere visti, ma questa comodità ha un prezzo alto in termini di crescita fotografica.
È il momento di sfatare questo mito. Lo zoom, sebbene comodo e spesso venduto come soluzione "versatile", può rallentare drasticamente la tua formazione fotografica. Non si tratta di demonizzarlo, ma di comprenderne i limiti formativi. Se desideri evolvere come fotografo, sviluppare un linguaggio personale e costruire una relazione profonda con la scena, è fondamentale riconsiderare il suo utilizzo. In questo articolo ti spiego quattro motivi fondamentali per cui dovresti considerare di abbandonarlo – o almeno di usarlo in modo più consapevole – per sviluppare una visione fotografica autentica, coerente e personale.
La Diseducazione a una Visione Fotografica Personale
Uno dei problemi principali dell'uso dello zoom è la sua capacità di diseducare a una visione fotografica precisa e intenzionale. Quando utilizzi lo zoom, tendi ad avvicinare il soggetto per riempire il fotogramma, spesso senza essere pienamente consapevole della lunghezza focale esatta che stai usando. Questo genera una fotografia poco consapevole, spesso improvvisata.
Mancanza di Consapevolezza Focale: Questa mancanza di consapevolezza si traduce nell’incapacità di previsualizzare la scena. Non svilupperai mai la capacità di visualizzare un'immagine sapendo esattamente quale angolo di campo o prospettiva ti darà una certa focale. Questo genera un modo di fotografare incerto e reattivo, in cui spesso si scatta senza una vera intenzione, lasciando che sia la fotocamera a influenzare le scelte più del fotografo stesso.
Storia della Fotografia: I grandi fotografi del passato hanno utilizzato focali fisse, non per scelta, ma per necessità. Proprio questa limitazione li ha portati a conoscere intimamente il loro strumento e a costruire una visione coerente e riconoscibile. Pensiamo a Henri Cartier-Bresson con il suo 50mm, o a William Klein con il 28mm. Queste scelte non erano solo tecniche, ma poetiche: ogni focale rappresentava un modo di vedere il mondo.
Sviluppo dello Stile Personale: L’uso prolungato di lenti fisse contribuisce in modo decisivo alla creazione di uno stile distintivo. Utilizzando lo zoom, ti adatti costantemente al soggetto invece di sviluppare una visione stabile e coerente. Questo porta a immagini “funzionali” ma spesso impersonali e scollegate tra loro. Lo stile nasce dal limite, non dall’abbondanza.
L'Effetto di Decontestualizzazione della Scena e del Soggetto
Lo zoom tende a decontestualizzare completamente il soggetto. Nella fotografia narrativa – che si concentra sull’essere umano e il suo ambiente – il contesto non è un elemento accessorio, ma parte integrante del racconto visivo. Il significato di un gesto o di un'espressione cambia radicalmente in base allo spazio che lo circonda.
Soggetti nel Contesto: Un soggetto isolato dal suo ambiente diventa un’icona generica. Invece, la relazione tra il soggetto e lo spazio è ciò che rende una scena unica e riconoscibile. Il contesto racconta l’epoca, il luogo, la cultura e lo stato d’animo. Una fotografia efficace non si limita a mostrare "chi" ma anche "dove" e "perché". Per esempio, un uomo seduto su una panchina può sembrare anonimo se isolato dal contesto, ma se lo inquadriamo con lo sfondo di un campo profughi o di un parco durante una manifestazione, il significato cambia radicalmente. L'ambiente circostante attribuisce senso, tempo e spazio all'immagine.
Povertà Narrativa: L’uso eccessivo dello zoom isola il soggetto, cancellando la relazione con lo spazio e con gli altri elementi. Una scena affollata, un dettaglio ambientale, un passante fuori fuoco possono aggiungere valore emotivo e narrativo. Con lo zoom, tutto questo rischia di sparire, rendendo l'immagine piatta e senza storia. La fotografia non è solo estetica, è narrazione visiva.
La Passività del Fotografo
L’utilizzo dello zoom favorisce una posizione passiva, sia fisica che mentale. La possibilità di avvicinarsi al soggetto senza muoversi fisicamente genera una fotografia distaccata, poco partecipata. Fotografare non è semplicemente scattare, ma prendere parte alla scena.
Mancanza di Impegno: Rimanere lontano impedisce di immergersi nella scena. L’interazione, anche solo visiva o percettiva, tra fotografo e soggetto, è ciò che conferisce forza all’immagine. L’atto di avvicinarsi è già un atto narrativo.
Dinamismo e Coinvolgimento: Muoversi nello spazio e scegliere attivamente l’inquadratura in base alla posizione fisica cambia radicalmente la natura dello scatto. Le immagini scattate da dentro la scena hanno una forza narrativa ed emotiva superiore. La fotografia viva nasce dalla presenza.
Scelta di Identità Fotografica: Fotografare da lontano è una scelta difensiva. Chi vuole raccontare il mondo con autenticità deve attraversarlo, viverlo, e non solo osservarlo da una distanza di sicurezza. La fotografia richiede partecipazione, anche se invisibile. Decidere di essere parte della scena, anche solo per un attimo, rende l'immagine più vera. Significa trovare una posizione all'interno dell'ambiente in cui accade l’azione, scegliere consapevolmente l’angolazione da cui osservare e scattare, mescolarsi con i soggetti presenti, assumere il punto di vista di chi vive realmente quella scena. Anche senza interagire, il fotografo può diventare presenza attiva nel momento che sta documentando, immergendosi nel flusso degli eventi.
La Mancanza di Composizione e Prospettiva
Illusione di Composizione: Lo zoom offre spesso un’inquadratura apparentemente equilibrata, ma artificiale. Spesso manca una struttura profonda, una costruzione tridimensionale della scena. La composizione diventa un trucco ottico e non una scelta narrativa.
Prospettiva Fissa: Quando rimani fermo e zoomi, il punto di vista non cambia. Puoi cambiare l’inquadratura, ma non la prospettiva reale. Questo limita la varietà e la ricchezza delle composizioni. Tutto appare schiacciato, distante, senza relazione spaziale.
Lenti Fisse e Comprensione della Scena: L’utilizzo di una lente fissa ti obbliga a ragionare su come muoverti nello spazio per ottenere il risultato desiderato. Ogni movimento cambia radicalmente l’effetto prospettico e quindi il significato della foto. Questo processo ti allena a vedere davvero. Vedere non è solo guardare, è comprendere ciò che si ha davanti.
Come Formarsi con le Focali Fisse (Anche se Hai solo uno Zoom)
Imposta il tuo Zoom come una Focale Fissa: Scegli una lunghezza focale (28mm, 35mm o 50mm) e usala per settimane senza mai modificarla. Questo ti aiuterà a "pensare per focale", a costruire immagini con coerenza e consapevolezza.
Muovi i Piedi, non la Lente: Le fotografie non si fanno con lo zoom, si fanno con i piedi. Solo muovendoti impari davvero a conoscere lo spazio, la luce, e la relazione tra te e ciò che fotografi. La fotografia è un atto fisico, oltre che mentale.
Il tuo compito come fotografo è raccontare storie, non rubarle da lontano.
Per farlo, devi immergerti, sentire la scena, viverla. Devi respirare il contesto, assorbire l’atmosfera, percepire le tensioni e le armonie che si generano tra i soggetti. La capacità di previsualizzare le immagini nasce da un lavoro profondo sulla visione, sull’intenzione e sulla consapevolezza del mezzo.
E questa, lo zoom non te la darà mai.