Il lato oscuro della tecnologia e l'impatto ambientale della IA sul nostro pianeta.
L'intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando ogni settore, dalla medicina alla finanza, ma ci siamo mai chiesti quale sia il vero costo di questa rivoluzione?
La risposta potrebbe sorprendere: il costo dell'intelligenza artificiale non è solo economico, ma ha anche un profondo impatto ambientale. L'addestramento dei modelli di IA, specialmente quelli di grandi dimensioni come i modelli di linguaggio, richiede una quantità impressionante di energia, che inevitabilmente si traduce in un consumo massiccio di risorse naturali.
I Consumi di Google
Nel 2023, il consumo di elettricità dei data center di Google è aumentato del 17%, raggiungendo un totale di 24 terawattora, circa il 7-10% del consumo globale stimato per tutti i data center. I dati, riportati nel Rapporto Ambientale 2024 di Google, evidenziano come la crescente dipendenza dall'intelligenza artificiale stia influenzando in modo significativo la domanda energetica su scala globale.
L'aumento del consumo energetico nei data center di Google ha portato a un incremento del 13% nelle emissioni di gas serra rispetto all'anno precedente, con un totale di 143 milioni di tonnellate di CO2 nel 2023. Questo dato è particolarmente preoccupante se si considera che negli ultimi cinque anni le emissioni legate alle operazioni di Google sono aumentate del 48%, nonostante gli sforzi dell'azienda per migliorare l'efficienza energetica e adottare fonti rinnovabili.
Il trend riflette una tendenza globale. Secondo l'International Energy Agency (IEA), i data center a livello mondiale sono responsabili di circa l'1% del consumo energetico globale, ma la crescente domanda di servizi digitali, compreso il cloud computing e l'intelligenza artificiale, potrebbe spingere verso l'alto questa percentuale nei prossimi anni. In particolare, i data center rappresentano una fonte significativa di emissioni di CO2, contribuendo tra il 2% e il 3% alle emissioni globali, un impatto simile a quello dell'industria aeronautica.
Google ha adottato misure per mitigare il proprio impatto ambientale, come l'utilizzo di fonti di energia rinnovabile per alimentare parte delle sue operazioni. Nel 2023, l'azienda ha annunciato di aver raggiunto un mix di energia rinnovabile del 64% a livello globale.
Emissioni di CO2 e Consumo Energetico
Come si traduce l'attività vitale della IA in emissioni di CO2? E perché dovremmo preoccuparcene?
Ogni volta che viene addestrato un modello di IA, i server nei data center lavorano incessantemente, consumando grandi quantità di energia. Poiché molta di questa energia proviene da fonti non rinnovabili, come il carbone e il gas naturale, la conseguenza è una ingente emissione di anidride carbonica. A questo si aggiunge l'aumento dell'uso di acqua per il raffreddamento dei data center, che è cresciuto del 17% nel 2023, utilizzando l'equivalente dell'acqua necessaria per irrigare 41 campi da golf all'anno.
Problemi di Raffreddamento e Impatti Locali
E non è solo l'energia elettrica a essere un problema.
Come raffreddare i data center che ospitano i server di IA?
Il raffreddamento ad acqua è uno dei metodi più comuni utilizzati per mantenere le temperature operative sicure nei data center, ma questo ha portato, nel tempo, problemi significativi e disagi in alcune comunità locali. Ad esempio, a Mesa, Arizona, Google ha dovuto adottare tecnologie di raffreddamento ad aria per i suoi nuovi data center, dopo aver prosciugato il bacino idrico ed aver provocato l'ira della comunità locale.
Un altro caso significativo è quello verificatosi in Cile, dove i data center situati nell'area metropolitana di Santiago utilizzano milioni di litri d'acqua ogni anno per mantenere freschi i server. La situazione è particolarmente preoccupante poiché il Cile sta attraversando una grave siccità, che si prevede durerà fino al 2040. La pressione sui bacini idrici locali ha portato il governo cileno a considerare l'introduzione di un piano nazionale per regolamentare l'industria dei data center e ridurre il consumo di acqua
L'Impatto dell'Estrazione dei Metalli Rari
Un altro elemento critico da considerare è l'uso di metalli rari necessari per costruire l'hardware che alimenta l'IA. Questi materiali, conosciuti come terre rare, sono fondamentali per i processori e le unità di elaborazione grafica (GPU) utilizzate nei data center. L'estrazione di questi metalli, come il litio, il cobalto e le terre rare, non solo richiede un'enorme quantità di energia, ma ha anche un impatto devastante sugli ecosistemi locali, spesso portando alla degradazione ambientale e all'inquinamento delle risorse idriche.
Domande Aperte sulla Sostenibilità dell'IA
La domanda che dobbiamo porci è: stiamo facendo abbastanza per ridurre l'impatto ambientale dell'intelligenza artificiale?
Alcune aziende stanno cercando di cambiare rotta, esplorando soluzioni come l'ottimizzazione dei processi di addestramento, l'uso di energie rinnovabili e il miglioramento delle pratiche di estrazione dei materiali. Ad esempio Microsoft si è impegnata a diventare carbon negative entro il 2030, il che significa che rimuoverà più CO2 di quanta ne emetta. Per raggiungere questo obiettivo, l'azienda ha avviato diverse iniziative, tra cui l'uso di energia rinnovabile per alimentare i suoi data center e la sperimentazione di soluzioni innovative come i data center subacquei, che utilizzano il raffreddamento naturale dell'acqua di mare.
Anche AWS (Amazon Web Services), la divisione cloud di Amazon, ha avviato un programma chiamato "Sustainability in the Cloud" per aiutare i clienti a ridurre il loro impatto ambientale utilizzando infrastrutture più efficienti. AWS ha costruito data center alimentati al 100% da energia rinnovabile in alcune regioni e sta lavorando per estendere questo approccio a livello globale. Inoltre, AWS ha implementato algoritmi di intelligenza artificiale per ottimizzare l'uso delle risorse nei data center, riducendo così il consumo energetico e le emissioni di carbonio
Tuttavia, queste iniziative, per quanto lodevoli, sono ancora lontane dall'essere sufficienti per rendere l'IA davvero sostenibile.
Qual è il Futuro dell'IA e dell'Ambiente?
Nei prossimi dieci anni, il rapporto tra intelligenza artificiale e sostenibilità ambientale potrebbe evolvere in diversi modi, ognuno dei quali dipende dalle decisioni prese oggi sia dalle aziende che dai governi.
Da un lato, potremmo assistere a un significativo progresso tecnologico, con aziende che investono in hardware e software più efficienti dal punto di vista energetico, riducendo così il consumo complessivo di energia nei data center. L'adozione massiva di fonti di energia rinnovabile da parte di colossi come Google e Microsoft potrebbe contribuire ulteriormente a limitare le emissioni di carbonio, spingendo l'intero settore verso una maggiore sostenibilità.
Tuttavia, c'è anche la possibilità che i governi introducano regolamentazioni ambientali più rigide, imponendo limiti all'uso delle risorse e aumentando la pressione sulle aziende per sviluppare tecnologie che minimizzino l'impatto ambientale. In uno scenario meno ottimistico, la crescente domanda di materiali rari necessari per l'IA potrebbe portare a una crisi delle risorse, spingendo le aziende a riconsiderare le loro strategie globali e a concentrarsi su soluzioni più locali e sostenibili.
Infine, la collaborazione internazionale potrebbe giocare un ruolo chiave, con le nazioni che si uniscono per stabilire standard globali di sostenibilità, promuovendo l'innovazione condivisa e l'adozione di pratiche ecocompatibili a livello mondiale.
Indipendentemente dalla direzione che prenderanno le cose, è chiaro che la sostenibilità sarà un tema centrale nello sviluppo dell'intelligenza artificiale nei prossimi anni. La convergenza tra innovazione tecnologica e politiche ambientali sarà cruciale per garantire che l'IA possa continuare a migliorare le nostre vite senza compromettere il pianeta.
Forse la vera domanda che dovremmo porci è: come possiamo bilanciare l'innovazione tecnologica con la responsabilità ambientale, garantendo che l'IA non solo migliori le nostre vite, ma protegga anche il pianeta che chiamiamo "casa"?
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